“Goya…l’amour de l’insaisissable”
(C. Baudelaire)*
da Pitture nere su carta
Torna morta la carne che si indora, la muta del sangue nero.
La zolla dei sassi, diradati dopo il rumore, è tutta la terra.
Hanno chiamato arance le anatre, fuori dai cappotti, sul lungosenna.
Tentano ancora, dopo il tramonto, nella bufera dei loro occhi.
Ma nessuno è qualcuno, niente la notte, nessun mattino.
Promisero agli scolari il cielo che si vedeva.
Niente di questo è vicino. Va dura la mano
sulle tue spalle bianche, i piccoli denti, nel tuo sorriso.
Dagli uomini agli uomini va, imposto a credervi.
Questo anno Santa Lucia era mio padre, col suo fantasma.
***
Capitolo ottavo
6
Dalla notte il mattino la notte,
pantaloni verdi, pantaloni blu,
il nero, l’azzurro, il ramato, tutto.
Perché non è più qui una parola.
Sono case i mari, le strade,
e strade e mari, le case.
La pietra affonda senza corda intorno al collo.
Affiorano a cerchi le parole sulle sue labbra.
Ma non importa, non importa.
Qualche vocale, lungo il viso bianco,
e nero, di capelli, la sua luce.
Affossata su un fianco. Accucciata.
Dietro di te, e davanti, oltre, non c’è niente.
***
physical dimensions
Erano le fiabe, l’esterno.
Bisbigli, fasce, dissolvenze.
L’esterno dell’esterno
qualcosa ascolta.
Qui.
Oh.
MARIO BENEDETTI
da Pitture nere su carta, Mondadori, Milano, 2008
* “Goya…l’amour de l’insaisissable” (C. Baudelaire): è una delle due citazioni in esergo.
Per approfondire:
Tommaso Di Dio: Dal mito al museo. Struttura e significato in ”Pitture nere su carta” di Mario Benedetti (da “Puntocritico”)
Mario Benedetti: Pitture nere su carte su “Carmilla” (articoli critici di Massimo Gezzi e Maria Grazia Calandrone)